Primi approcci tra musica e l’AI (intelligenza artificiale)

Premessa

L’AI non è il futuro, è il presente, anzi addirittura il passato con alterne fortune.

Dell’argomento se ne parla almeno dal 1955 quando John McCarthy, un informatico americano, utilizza l’espressione AI per definire “una macchina che si comporti in modi che sarebbero considerati intelligenti nel caso di un essere umano”.

Ma come mai, nell’ultimo anno in particolare, si continua a parlare di AI come una rivoluzione in atto inarrestabile?

Nel novembre 2022 l’OpenAI, azienda statunitense che si occupa di AI, rilascia ChatGPT, una chatbot in grado di interagire con gli utenti in modo naturale grazie all’LLM ((Large Language Model, modello linguistico di grandi dimensioni).

Questo modello, rendendo molto difficile la distinzione tra un output generato dalla macchina e uno generato da un essere umano, è in grado di generare testi coerenti con le richieste effettuate: contenuti, dati o output sotto forma di testo, immagini e suoni. Da questo momento in poi le chatbot fioriscono, una per tutte il rilascio di Gemini di Google.

In realtà ancora oggi siamo davvero lontani dalla realizzazione di un AI diffusa e la narrazione che vede la sostituzione dell’intelligenza umana è solo un sogno/incubo per racconti fantastici. Ciò di cui oggi possiamo far riferimento è invece un’AI ristretta, ovvero quella di una tecnologia specializzata in grado di eseguire compiti molto specifici con comunicazioni appropriate.

In sintesi: più chi interroga il sistema di AI è competente nella materia oggetto dell’interrogazione e più sa usare le tecniche di comunicazione appropriate, più avrà probabilità di ottenere dal sistema di AI risposte utili. Non a caso lo scrivere prompt sta diventando un vero e proprio ‘mestiere’.  (l’insieme delle istruzioni fornite ad un modello di intelligenza artificiale per giungere alla generazione di un contenuto viene detto prompt).

Fare musica con l’AI

Se pensiamo che una macchina oggi possa fare musica al posto delle persone rimarremo sicuramente delusi, al contrario utilizzare l’AI per stimolare la creatività ci può essere d’aiuto.

Del resto i compositori hanno spesso utilizzato modi “alternativi” per stimolare le loro idee musicali (da Bach a Mozart, dall’arte delle fuga con le lettere del proprio nome nella nomenclatura tedesca: B = Sib, A = La, C = Do, H = Si, al gioco musicale dei dadi che permette di comporre musica attraverso il lancio di dadi di Mozart, passando dal canone di Oliveros dedicato a Cage usando le note del suo nome C, A, G, E, alla musica stocastica di Xenakis o alle serie di Fibonacci di Bartok) e l’AI potrebbe essere perfetta a questo scopo.

L’idea di base è l’interrogazione di un sistema di AI per ottenere un codice per creare file Midi che sia l’idea musicale per sviluppare una composizione.

La generazione di sequenze accordali o melodiche non comuni non dovrà essere percepito come un limite,  bensì come stimolante per l’inventiva e l’immaginazione.  In generale possiamo pensare questa attività come la possibilità di espressività artistica unita all’attivazione di pensiero critico sul mondo digitale (e suoi falsi miti) in cui viviamo.

 

https://github.com/olaviinha/MusicWithChatGPT#writing-music-with-chatgpt

 

https://chat.openai.com

 

AI Melody Generator (dopeloop.ai)

 

melodist – Melody Midi Generator

 

AI Melody Generator – Random Inspiring Melody Ideas – SoundGrail

 

 

 

 

 

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