3. La musica nei secoli: il barocco

Il barocco in musica è datato convenzionalmente tra il 1600 e il 1750 (quando muore J.S. Bach).

La parola “Barocco” deriva da una parola portoghese che indica la forma di una perla irregolare. Oggi si usa la parola Barocco per indicare un’arte decorativa, a volte complicata, bizzarra e arzigogolata del periodo indicato. Anche se non esiste un unico stile musicale per il Barocco, la musica brillante polifonica di Bach è spesso indicata come quella più rappresentativa di questa epoca.

Bach: Concerto brandeburghese n.2 BWV 1047, terzo movimento (1721)

L’epoca barocca fu un’epoca di grande codificazione scientifica; fu il periodo di grandi scienziati come Galileo, Keplero, Harvey e Newton.
L’epoca fu caratterizzata dallo sforzo di spiegare, ordinare e dominare il mondo fisico attraverso il pensiero razionale, cercando di superare le semplici spiegazioni soprannaturali. La musica e l’arte barocca riflettono la convinzione dell’epoca secondo cui i sistemi logici (la mano invisibile di Dio) controllava razionalmente la complessità del mondo.

La stravaganza barocca contrasta nettamente con la moderazione rinascimentale.

Bach: Messa in Si Minore – Sanctus, Osanna – (1745)

 

Questa musica è ritmicamente travolgente, emozionale, piena di melodie ornate, l’armonia è piena di cromatismi e dissonanze, ma è anche pienamente razionale, controllata, simmetrica ed equilibrata.

In questo periodo c’è anche un’ampliamento delle orchestre e l’inserimento di strumenti a fiato. Le melodie diventano più complesse e articolate e si arricchiscono di abbellimenti, spesso improvvisati dagli esecutori. I compositori inseriscono nelle composizioni dei contrasti sonori. Tra i contrasti sonori tipici del periodo barocco troviamo i contrasti di intensità: accostamento di frasi musicali anche uguali suonate prima forte e poi piano; contrasti timbrici, ottenuti accostando melodie suonate da strumenti dal timbro diverso, contrasti tutti/solo in cui una frase viene suonata prima da uno strumento solista e poi dall’intera orchestra.

Vivaldi: Le 4 stagioni-Autunno- primo movimento Allegro

 

Un’altra differenza fondamentale nella musica vocale di questo periodo è la ricerca, rispetto ai madrigalisti rinascimentali, di non dare significato alla singola parola, ma a quei sentimenti sottostanti che descrivono una situazione complessiva.

Purcell: Didone e Enea; Aria “Il lamento di Didone” (1689)

L’arte barocca era magnifica e stravagante allo stesso tempo. Spesso si sviluppava come celebrazione del monarca assoluto che commissionava opere artistiche.

Luigi XIV (1643-1715), il Re Sole, è l’esempio più significativo di monarca che celebra sé stesso e la magnificenza del suo regno attraverso l’arte da lui commissionata. Il palazzo reale di Versailles ne è un esempio architettonico, l’ouverture francese di Jean-Baptiste Lully l’esempio musicale.  L’ouverture francese offre due sezioni che rappresentano la dualità di magnificenza e stravaganza: la prima sezione è caratterizzata da scale ampie, lente con un ritmo puntato. La seconda sezione è caratterizzata da una polifonia imitativa e da un tempo più veloce.

Handel: Water Music – Ouverture (1717)

Durante il Barocco ogni aspetto del linguaggio musicale fu influenzato dal fascino dell’epoca per la codificazione, l’invenzione, la logica e il metodo scientifico.

La tecnologia strumentale esplose come non mai. (si pensi ad esempi ai violini Stradivari a Cremona). Il sistema di accordatura ben temperato divenne lo standard (sistema di accordatura che divide esattamente l’ottava in 12 altezze diverse consentendo di costruire scale maggiori e minori su ognuna di quelle 12 altezze) e il metro e la notazione metrica furono standardizzati. Anche l’armonia funzionale fu standardizzata e codificata. (ogni accordo potrebbe essere inteso come avente una delle tre funzioni: tonica, dominante e sottodominante, riposo, tensione e preparazione alla tensione).

Differenze tra lo stile vocale tedesco e italiano

Lo stile italiano prediligeva l’immediatezza melodica e strutturale rispetto alla complessità ornamentale dello stile francese e alla complessità armonica dello stile barocco tedesco. La lingua italiano più facilmente si adattava ai caratteri melismatici della vocalità della lingua latina rispetto alla lingua tedesca che aveva molte più consonanti tali da rendere le melodie in tedesco più sillabiche, meno melodiche e più ritmiche.

Bach Cantata Bwv 140 Wachet auf, Part 7 ( 1731)

Gli inni della chiesa luterana divennero il nucleo della cultura della Germania settentrionale. Due diverse tradizioni musicali si svilupparono l’una a fianco all’altra durante l’epoca barocca: quella cattolica e quella protestante. Un compositore luterano di lingua tedesca percepiva la melodia in modo sillabico, non solo perché parlava tedesco, ma anche
perché cantava lui stesso in tedesco in chiesa in ogni occasione possibile. L’esempio più importante ancora una volta è Johann Sebastian Bach, che dedicò quasi tutta la sua musica, sacra e secolare, a Dio. La sua lingua madre è il tedesco e la sua fede luterana plasmò la sua visione del mondo e il suono della sua musica.

La Fuga

La fuga è la procedura compositiva più rappresentativa dall’epoca barocca. La fuga è solitamente  monotematica e polifonica, in essa un tema -soggetto– viene esaminato, spezzato, manipolato, rimontato e così via nei modi più diversi possibili. Molto famosi sono i 24 preludi e fuga di Bach (una per ogni semitono) basato sul sistema temperato che prevedeva la scala musicale divisa in 12 semitoni tutti uguali fra loro. Questo sistema si affermò proprio alla fine del 1600 grazie al compositore e organista tedesco Werckmeister: si rese necessario “temperare”, cioè modificare alcuni suoni affinché all’interno di ogni ottava gli intervalli fossero sempre tutti uguali, a distanze costanti tra di loro.

Bach fuga in Do minore dal Clavicembalo ben temperato libro 1

 

L’Oratorio e la cantata luterana

I due nuovi generi più importanti che si evolsero nella musica sacra barocca furono l’oratorio e la cantata della chiesa luterana.

L’Oratorio è essenzialmente un’opera di argomento religioso. A differenza dell’opera lirica non ha una rappresentazione scenica e i personaggi non sono in costume.  Non si è evoluto come parte integrante di qualche forma di liturgia ed è scritto sia per un pubblico cattolico che protestante. Passione: Il particolare oratorio basato su uno dei racconti evangelici degli eventi della crocifissione di Cristo viene detto Passione.

Handel, Messiah, Hallelujah Chorus

 

 

La Cantata è un’opera drammatica che, come l’oratorio, utilizza le risorse dell’ opera e viene eseguita come opera da concerto senza recitazione o messa in scena.
Le cantate sono più brevi degli oratori e possono essere sia secolari che sacre. A differenza degli oratori, le cantate della Chiesa luterana facevano parte del servizio di culto della domenica.

La Passacaglia 

Con l’emergere della musica strumentale si svilupparono delle forme musicali precise strumentali. Poiché la musica strumentale è un mezzo astratto, senza l’ausilio di parole o di qualsiasi altro mezzo letterario su cui basare la forma, ci fu bisogno di una sorta di logica per sviluppare il processo di variazione: un dato culturale, una conoscenza condivisa tra compositore e pubblico. Senza un contesto logico strutturale, sarebbe stato difficile comprendere il processo compositivo.
Vengono scritte anche composizioni musicali che mancano di una forma standard (ad esempio la fantasia, la toccata, la rapsodia o il preludio), ma sono la minoranza.
La fuga è la procedura logica per eccellenza dell’era barocca ma un’altra forma molto utilizzata fu la Passacaglia (o in forma leggermente differente ciaccona).

La procedura della Passacaglia è rigorosa: 1. Il tema è una linea del basso o una progressione armonica: 2. la linea del basso o progressione del basso verranno ripetute più volte ciclicamente; 3. i cambiamenti avvengono sopra alle ripetizioni cicliche del basso. Ogni nuovo “ciclo” della linea di basso è chiamata variazione a causa del cambiamento
del materiale sovrastante.

Handel: Passacaglia dalla suite n 7 in Sol min HWV 432 (arrangiamento per Arpa)

 

Il Concerto Grosso

Il concerto grosso è una forma di concerto tipicamente italiano in cui il materiale musicale è trattato in un dialogo fra due sezioni di diversa dimensione, ovvero un piccolo gruppo di solisti, detto concertino o soli, e l’intera orchestra, detta ripieno, tutti o, appunto, concerto grosso. Normalmente è basato sull’alternanza di movimenti lenti e veloci.

Il concertino è composto, di norma da due violini e un violoncello come basso continuo. Il concerto grosso è il gruppo completo degli archi – ovvero violini, divisi normalmente in due parti, una o due parti di viole, violoncelli e contrabbassi – insieme a uno o più strumenti che realizzano il basso continuo – clavicembalo, organo, arpa, liuto, arciliuto, tiorba o altri ancora. L’andamento del concerto grosso è basato sulle due sezioni strumentali, che alternano frasi ed episodi musicali come in un dialogo; il Concertino può ad esempio proporre un tema che il Grosso varia o sviluppa, creando il tipico effetto di alternanza dinamica tra piano e forte, che è stato talvolta accostato alle volumetrie delle architetture barocche.

Poteva essere composto in stile dotto (richiamandosi alla Sonata da chiesa, senza che questo ne supponesse necessariamente l’uso liturgico) oppure in stile di danza (Sonata da camera), destinato cioè all’intrattenimento in un contesto profano. In ogni caso, rimase sempre una composizione di carattere nobile.

Nel concerto grosso, come nella sonata a tre, i due violini del Concertino si trovavano in condizione di pari dignità, limitandosi a duettare tra loro; ma col tempo il primo violino prende il sopravvento, anche grazie al rafforzamento tecnico dello strumento (operato in particolare da Antonio Stradivari a partire dal 1690 circa), trasformandosi in una vera e propria parte solistica, contrapposta al Concerto Grosso, e dando vita al Concerto a solo. Quest’ultimo rappresenta l’archetipo da cui si è evoluto il concerto vero e proprio, quello, cioè, basato sul dialogo tra uno strumento solista e un complesso strumentale, generalmente l’orchestra.
La forma musicale del concerto grosso è stata portata alla sua massima espressione da compositori quali Arcangelo Corelli, Giuseppe Torelli, Tommaso Albinoni e Georg Friedrich Händel.

Corelli Concerto grosso op 6 n.2 Finale


CARATTERI DELLA MUSICA BAROCCA

A. Melodia: il tipo di melodia è ben spiegato da una «Dichiarazione- del fratello di Monteverdi: l’orazione (cioè la parola che vuol corvincere) sia padrona dell’armonia, e non serva»: ossia il canto si adegui alle inflessioni, all’intonazione, della parola parlata. Questa pratica era già stata avviata dai musicisti del Cinquecento, ora è estesa a coprire Tintera gamma delle emozioni umane piccoli intervalli si alternano ad ampi salti, con uso frequentato di suoni alterati (ossia estranei alla scala usata fino a quel punto della melodia). Si sviluppa un alto virtuosismo vocale.

B. Ritmo: anche il ritmo si fa più vario, in questo adeguarsi alle diverse emozioni: valori lunghi per la quiete, valori molto corti per la concitazione. Domina una grande elasticità ritmica, un andamento non rigoroso (si dice: rubato).

C. Timbro: si presta grande attenzione alle specifiche possibilità espressive dei singoli strumenti. Si comincia a sviluppare una tecnica virtuosistica per gli strumenti a tastiera e per il violino.

D. Armonia: trionfa la monodia accompagnata da un basso continuo, sia nella musica vocale sia in quella strumentale. La polifonia continua fianco a fianco con la monodia, nelle occasioni religiose ufficiali aumenta il numero delle voci, con un effetto di grande fastosità.

E. Forma: mentre fino al Cinquecento lo stile delle composizioni è unico, quale che sia la loro destinazione (per es, sacra o profana), ora gli stili si differenziano; nella musica vocale si parla di recitativo, aria, concertato; nella musica strumentale di sonata, partita, canzone, preludio, toccata, ricercare: tipi diversi fra loro, più o meno orientati all’improvvisazione (toccata, preludio); o all’imitazione tra le voci (ricercare); o alla successione di sezioni differenti (canzone, partita, sonata).

AUTORI E OPERE PRINCIPALI

Emilio de’ Cavalieri (Roma 1550 1602) La rappresentazione di Anima e di Corpo

Giulio Caccini (Tivoli 1550-1618) Euridice, Le nuove musiche

Jacopo Peri (Roma 1561-1633) Dafne Euridice

Claudio Monteverdi (Cremona 1567-1643) Orfeo, Arianna”, Incoro nazione di Poppea (melodrammi) madrigali (Lasciatemi morire) messe

Orlando Gibbons (Inghilterra 1583- 1625) mottetti, fantasie per strumenti

Girolamo Frescobaldi (Ferrara 1583-1643) Ricercari e canzoni, Toccate per organo

Giacomo Carissimi (Marino 1605-1674) oratori (Jefte, Giudizio di Salomone, Abramo e Isacco), cantate

Jakob Froberger (Germania 1616 te 1667) suites, toccate, ricercari per organo

Giambattista Lulli (Firenze 1632- 1687) tragedie linche (Alceste, Teseo, Armida)

Giovan Battista Vitali (Bologna 1632-1692) Sonate per violino (Artifici musical)

Marc-Antoine Charpentier (Francia 1634-1704) oratori ( rinnegamento di Pietro), Te Deum

Buxtehude ( Danimarca 1637-1707) composizioni per organo, per cembalo, per archi cantate

Alessandro Stradella (Roma 1644-1682) melodrammi ( trespolo tutore), oratori (Susanna), cantate, sonate

Ignaz von Biber (Boemia 1644- 1704) sonate per violino, La battalia

CARATTERI DELLA MUSICA TARDO-BAROCCA

A. Melodia: la melodia della prima età barocca era irregolare, esuberante, asimmetrica, ora tende a ordinarsi in parti che si corrispondono. L’esempio più rigoroso ce lo danno per un verso certe melodie popolareggianti (per esempio sulla danza detta siciliana) di Domenico Scarlatti o Vivaldi.

B. Ritmo: si fa regolare, si afferma ormai definitivamente la misura ossia il ripresentarsi costante dell’accento ogni due o tre o quattro pulsazioni. E ormai raro il caso di una musica che cambi misura in continuazione (come avveniva nel Cinquecento) o da una frase a un’altra (come avveniva nel primo periodo barocco).

C. Armonia: le melodie nascono ora sempre in strettissima connessione con il basso continuo che regola l’armonia. Tutti gli accordi si riconducono a tre «impalcature» fondamentali: quella costruita sul grado della scala (la tonica), quella sul V (la dominante), quella su IV (la sottodominante). Questo principio vale anche per la musica ideata in polifonia, come quella di Bach.

D. Forma del pezzo: è disposta secondo criteri di ordine logico- come si vede nell’aria col da capo e nelle forme concertate Una volta che l’affetto» principale è annunciato, mediante un certo tema, il resto della composizione non farà altro che svilupparlo riprendendolo tale e quale o variamente modificato. Il costruire un intero pezzo sopra un tema fondamentale è una caratteristica fonda mentale della musica barocca. La fuga è l’esempio più illustre.

AUTORI E OPERE PRINCIPALI

Arcangelo Corelli (Fusignano 1653-1713) sonate a tre, sonate per violino (La follia), concerti grossi

Giuseppe Torelli (Verona 1658-1709) sonate, sinfonie, suites, concerti

Henry Purcell (Inghilterra 1658- 1695) musiche di scena (Re Arturo, La regina delle fate), inni, sonate un’opera (Didone ed Enea)

Alessandro Scarlatti (Palermo 1660-1725) 65 melodrammi (Mitridate Eupatore, Tigrane. Griselda), 700 cantate, concerti, sonate.

Francesco Couperin (Francia 1668-1733) Pezzi per clavicembalo (4 libri) Lezioni delle tenebre (cantate sacre) Le follie francesi (per cembalo)

Antonio Caldara (Venezia 1670-1736) melodrammi, oratori (Giuseppe), sonate

Tomaso Albinoni (Venezia 1671- 1750) sonate, sinfonie, concerti per archi e per oboe

Antonio Vivaldi (Venezia 1678-1742) 750 concerti (Le stagioni. L’estro armonico. La cetra)

Georg Philipp Telemann (Germania 1681-1767) 2000 cantate, 600 composizioni strumentali(Musica da tavola)

Jean Philippe Rameau (Francia 1683-1764) Pezzi per clavicembalo, opere (Le Indie galanti, Castore e Polluce) J

Johann Sebastian Bach (Germania 1685-1750) 212 cantate (Fortezza e scudo), Passione  secondo Matteo, Oratorio di Natale, Concerti brandeburghesi, per organo: sonate, Passacaglia preludi e fughe, preludi a corali per cembalo. Clavicembalo ben temperato, Offerta musicale, Arte della fuga

Georg Friedrich Händel (Germania 1685-1759) melodrammi (Giulio Cesare, Orlando, Alcina, Serse) oratori (Messia, Israele in Egitto), odi, Te Deum concerti per organo e orchestra, concerti grossi, Musica sull’acqua, Musiche per reali fucchi d’artificio, suites e sonate per clavicembalo ,per violino, per flauto, per oboe

Domenico Scarlatti (Napoli 1685- 1757) 555 sonate per clavicembalo

Benedetto Marcello (Venezia 1686- 1739) Estro poetico armonico

Giuseppe Tartini (Istria 1602-1770) 127 concerti per violino, 174 sonate per violino (il trillo del diavolo)

Jean-Marie Leclair (Francia 1697- 1764) sonate e concerti per violino, Scilla e Glauco (tragedia)

 

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