CONCERTO – Teatro Alberto Sordi – Mercoledì 6 marzo ore 10,45

Formazione

Violetta Sala, flauto

Erika Nakanishi, soprano

Giulia De Mico, Sassofono

M° Emanuela Longo , pianoforte

 

Programma

  1. S. Bach – Sonata per flute in sol minore BWV 1020 (secondo e terzo movimento) 8 min. circa
  2. Reinecke – Ballata per flauto e orchestra 10 min. circa
  3. Hindemith – Sonata per Flauto e pianoforte (terzo e quarto movimento) 10 circa
  4. Mozart – Don Giovanni, “Non mi dir…” 5 min. circa
  5. Bellini – I Capuleti ed i Montecchi, “Eccomi in lieta vesta…” 6 min. circa
  6. Verdi – Un ballo in maschera, “Saper vorreste” 3 min. circa
  7. Tosti – “Non t’amo più” 5 min. circa
  8. Desenclos – Preludio, Cadenza e finale per Sax contralto 11 min. circa

GUIDO ALL’ASCOLTO

1) Johann Sebastian Bach (1685 – 1750) Organico: violino o flauto traverso, clavicembalo Composizione: 1734
Probabile attribuzione errata, composizione di Carl Philipp Emanuel Bach

Bach compose nove Sonate per flauto alle quali si aggiunge l’Ouverture in mi minore BWV 1067 con un’ampia funzione solistica a questo strumento. Le Sonate sono quattro per flauto e cembalo obbligato (BWV 1020, 1030, 1031, 1032), tre Sonate per flauto e basso continuo (BWV 1033, 1034, 1035), una Sonata per due flauti e continuo (BWV 1039) e una Partita per flauto solo (BWV 1013). Tuttavia alcune di queste Sonate sono di dubbia autenticità e le opinioni dei vari studiosi e musicologi, che si sono occupati della monumentale opera di Bach, sono discordanti. Ad esempio, proprio la Sonata in sol minore BWV 1020, che viene proposta nella versione per flauto e pianoforte, risulterebbe essere stata scritta per violino e nel periodo giovanile, anche se rivela una impronta flautistica. La Sonata in sol minore BWV 1020 rispecchia lo schema della Sonata italiana del tempo con l’alternanza tra allegro-adagio-allegro, impostata su una evidente semplicità melodica e su una scorrevole freschezza espressiva, in cui il flauto primeggia per la brillantezza degli accenti sonori, non priva di rilevanti difficoltà tecniche.

2) Carl Reinecke figlio di un insegnante di musica,  studiò principalmente con lui, anche se a 19 anni ebbe contatti con Mendelssohn, Schumann e Liszt. Iniziò a comporre precocemente all’età di sette anni e la sua prima esibizione pubblica come pianista avvenne cinque anni dopo. Reinecke è soprattutto noto per la sua sonata Undine per flauto e pianoforte e per il Concerto per arpa e orchestra op.182, ma ha composto opere per il teatro, per orchestra; vocale, musica da camera e musiche per pianoforte.

3) Paul Hindemith (1895 – 1963) è stata forse la personalità musicale più completa e importante della sua generazione in Germania.  Nel 1940 Hindemith, residente in Svizzera da ormai due anni, qualche mese dopo lo scoppio della seconda Guerra Mondiale per sfuggire in maniera definitiva all’opprimente e pericoloso clima politico della Germania nazional-socialista (dove tra l’altro l’esecuzione della sua musica era già stata vietata dal ’36) decise finalmente di emigrare negli Stati Uniti. La Sonata per flauto e pianoforte (1936) si colloca all’interno di un vasto progetto di scrivere sonate con pianoforte per i diversi strumenti (nel 1955 il ciclo sarà concluso con la sonata per basso tuba), intrapreso da Hindemith dopo la partenza dalla Germania nazista. La scrittura delta Sonata, più presentandosi densamente articolata tra le parti, e sempre controllata e niente pare mancare o, al contrario eccedere: tutto è essenziale.

4) Mozart nato il 27 gennaio 1756 a Salisburgo, in Austria, Wolfgang Amadeus Mozart fu uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Capace di suonare diversi strumenti, iniziò ad esibirsi in pubblico all’età di sei anni. Nel corso della sua carriera musicale, Mozart venne influenzato dalla varietà di luoghi che visitò e dai mecenati europei che conobbe. Compose centinaia di opere, comprendenti sonate, sinfonie, messe, concerti ed opere liriche. Il Don Giovanni rappresenta una delle più grandi opere che siano mai state scritte, tanto da esprimere – secondo il filosofo  Søren Kierkegaard – “l’idea stessa della musica”.

5) Bellini  è stato un grande compositore italiano, uno degli operisti più famosi di tutto il secolo dell’Ottocento. Nacque a Catania il 3 novembre del 1801, in Piazza San Francesco: figlio e nipote d’arte, il nonno era un compositore di musiche sacre, Vincenzo Bellini fin da piccolo si mostrò molto interessato verso il mondo della musica. Nella situazione musicale italiana, dominata dalla figura di G. Rossini, Bellini si affermò con un accento nuovo e decisamente personale. Il suo interesse si indirizzò soprattutto sugli aspetti vocali del melodramma, senza peraltro trascurare quello orchestrale. La melodia belliniana rappresenta, infatti, l’ultima personalissima fioritura della tradizione del “bel canto”. Nei Capuleti e i Montecchi questa sua personale interpretazione del bel canto è molto marcata.

6) Verdi è sicuramente il compositore italiano più popolare e molte delle sue opere non sono mai uscite dal repertorio, diventando oggetto di un vero “culto”. Un luogo comune, non privo di fondamento, associa il nome di Verdi al Risorgimento, tuttavia egli è soprattutto un uomo di teatro che dimostra una prodigiosa abilità a cogliere lo spirito del tempo, e quello risorgimentale è solo un aspetto della sua produzione. A partire dagli anni Quaranta del diciannovesimo secolo la figura di Verdi domina il secolo, attraversando anni di grandi cambiamenti politici e culturali e riuscendo ad adattarsi con grande versatilità, o ad anticipare le novità con abilità da camaleonte. Di tutte le opere verdiane, Un ballo in maschera è quella che illustra con più forza il tema della passione amorosa – in questo caso adulterina e insoddisfatta – e può quasi essere considerata la controparte italiana del Tristano e Isotta di Wagner.

7) Tosti (Ortona, 9 aprile 1846 – Roma, 2 dicembre 1916) Si diploma a 20 anni in violino e composizione col maestro Saverio Mercadante presso il Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli: educato nel segno della lezione melodica di Nicola Zingarelli e nel mito di Vincenzo Bellini, maestro assoluto del bel canto italiano melodico. Tosti trovò la sua strada nella composizione con le romanze da salotto toccando i massimi vertici musicali (compose oltre 500 romanze).

8) Desenclos (1912-1971) è stato un compositore francese. Auto-definitosi “romantico,” la sua musica è altamente espressiva grazie alla complessa tavolozza di colori musicali che saprà utilizzare con maestria pur restando legato alle tecniche compositive più rigorose. In Preludio, Cadenza e Finale per sax contralto e pianoforte (1956)  Desenclos riunisce tre andamenti in unico movimento I Preludio tripartito II “Ad libitum”con cadenza solistica  III/ Allegro (Finale).

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