TEMA CON VARIAZIONI

La pratica di variare un tema prestabilito risale alla fine del ‘500: già in epoca barocca era d’uso arricchire le danze e le arie d’opera con variazioni e ornamentazioni spesso eseguite estemporaneamente, ossia improvvisando.

Prima di essere consacrato come vera e propria forma musicale nel classicismo, con i vari esempi di Mozart e poi nel romanticismo e post-romanticismo, abbiamo il grande capolavoro di Bach con le variazioni Goldberg.

Beethoven, Brahms, Schubert, Schumann, tutti gli autori di grande spessore si sono dedicati alla stesura di questo tipo di opere, che mettevano in luce le loro grandi abilità compositive e creative.

La struttura “

Il tema

Il tema a cui l’autore si ispira, può avere le origini più disparate. Può essere per esempio una melodia antica o un canto popolare, come nel caso delle variazioni di Mozart su “Ah vous dirai-je Maman”. Può essere un tema scritto da un autore del passato, come è stato per il capriccio no. 24 di Paganini, su cui hanno scritto variazioni Brahms, Rachmaninoff che sono famosissime e anche Lutoslavsky ne ha scritte per due pianoforti.

Spesso i compositori autocitano loro stessi in questo tipo di pezzi, usando una melodia che loro stessi hanno scritto in altri ambiti. E’ il caso di Schubert, per esempio in un pezzo per flauto e pianoforte con variazioni basate sul tema di un lied che lui stesso aveva scritto.

Di solito, questa melodia presenta una struttura con due parti AB, che appaiono ritornellate nella sequenza AABB, con l’eventuale ripetizione della parte A alla fine.

Le variazioni

Le variazioni in genere presentano la stessa struttura del tema e si discostano da esso per un qualsiasi elemento compositivo che varia o che viene inserito.

Per esempio, l’autore può lavorare su elementi melodici, inserendo ornamentazione, presentando la melodia con gli intervalli invertiti oppure aggiungendo altre linee di controcanto.

Si possono trovare variazioni a livello armonico, per esempio cambiando la tonalità o il modo o riarmonizzando la frase.

Può cambiare il ritmo, con la diminuzione o l’aggravamento dei valori, il timbro a seconda del colore strumentale e del registro, o ancora la dinamica o l’agogica.

Ovviamente diverse di queste tecniche possono essere combinate fra loro!

Mozart – Tema e Variazioni su “Ah, vous dirai-je maman”

Il tema

Innanzi tutto è da considerare che, essendo il tema un canto popolare, già qui Mozart ha dovuto fare un piccolo lavoro di arrangiamento, stabilendo l’armonia e il tipo di accompagnamento.
Il tutto è sobrio e pulito e l’unico elemento che Mozart si permette di aggiungere sono dei brevi trilli graziosi a fine frase.

Variazione #1

La prima variazione già ci dimostra la difficoltà tecnica di questo pezzo: passaggi digitali molto veloci, con note che girano attorno a quelle effettive del tema, sempre presente e riconoscibile senza difficoltà.
Qui troviamo appoggiature e note di passaggio che arricchiscono la melodia, da semplici quarti a quartine di sedicesimi, mentre l’accompagnamento rimane semplice, con qualche elemento elegante di movimento.

Variazione #2

Ora è la mano sinistra a sfoggiare destrezza e agilità, con note veloci e salti d’ottava. Anche a livello armonico, il tutto si fa più interessante, con l’inserimento di qualche cromatismo in più ad entrambe le mani.
Nel frattempo, la mano destra propone il tema molto chiaramente, con legature di valore che creano piacevoli dissonanze.

Variazione #3 e #4

In queste due variazioni, Mozart altera la sottodivisione ritmica inserendo terzine, nella prima alla mano destra, nella seconda alla mano sinistra.

Lo stesso elemento ritmico, però viene elaborato intelligentemente in modo diverso per le due mani: alla destra ha carattere melodico e, fra le note in arpeggio, si cela sempre il tema. Con tutti questi cambi di direzione e gli slanci espressivi, può apparire in questo caso meno evidente, ma l’armonia continua a riconfermarci la stretta parentela con il tema.

Alla mano sinistra, invece le terzine hanno carattere d’accompagnamento e viene inserito anche l’elemento con il salto d’ottava e il cromatismo che già abbiamo incontrato nella variazione 2.

Variazione #5

Ancora una variazione basata su un’alterazione ritmica, in questo caso, sullo spostamento da tempo forte a tempo debole. C’è anche un sostanziale cambio di articolazione: abbiamo molte pause che separano le note, differentemente da quanto visto finora.

Variazione #6 e #7

Seguono due variazioni che lavorano sulla tecnica digitale di entrambe le mani. Ti voglio sottolineare che questi tipi di pezzi sono ottimi per ai fini didattici perché in una sola opera si affrontano problematiche tecniche e interpretative molto diverse.

Nella 6,  entrambe le mani dovranno lavorare molto intensamente con alternanza di note veloci e scale, mentre poi è solo la destra a doversi barcamenare fra scale veloci, salti e cambi di direzione.

Variazione #8 e #9

Nelle due variazioni successive, il processo compositivo ricalca la tecnica dell’imitazione delle epoche più antiche. Ascoltandole infatti, soprattutto l’ottava, sembra di tornare indietro di un centinaio di anni, con le varie voci che entrano a distanza come in un canone.

In più, nella variazione 8, abbiamo anche un cambio di modo: improvvisamente ci troviamo in Do minore e troviamo dei passaggi cromatici sorprendenti, che richiamano ancora una volta l’epoca barocca.

Variazione #10

Ancora una variazione dal carattere brillante, in cui il tema viene leggermente modificato nel ritmo in contrattempo e con dei cromatismi nella scaletta discendente, mentre l’accompagnamento è vivacissimo e movimentato. Nuovo aspetto tecnico interessante: l’incrocio delle mani!

Variazione #11

Regola non scritta è che, a meno che non sia indicato diversamente, tutte le variazioni saranno unite da una coerenza di tempo generale, tacca più di metronomo, tacca meno a seconda delle esigenze.
Questa è l’unica variazione del pezzo che prevede un cambio di tempo, anche molto evidente. L’indicazione agogica di Adagio e lo stile galante ricordano un classico secondo tempo di sonata e anche dal punto di vista tematico, Mozart qui si spinge un po’ oltre con ornamentazioni e note di passaggio, soprattutto nella parte B, decisamente più originale.

Variazione #12

L’ultima variazione torna veloce con l’indicazione di Allegro e per renderla più frenetica e dinamica, Mozart la scrive in tempo ternario, in ¾. Dal punto di vista compositivo invece, non aggiunge molto di nuovo: il tema rimane sempre riconoscibile alla destra, con l’inserimento di qualche ornamento in più, mentre alla sinistra il tipo di accompagnamento è già stato visto in altre variazioni.

Tema&Variazioni

Tema+e+variazioni

Video Raffaele Napoli

 

Ecco il file .midi da modificare importandolo su noteflight (dopo esservi registrati): All togheter

Ricordate: la musica che non viene mai suonata non è musica; provate a cantare o suonare il vostro brano insieme a degli amici (ad ognuno una differente variazione) oppure provate a fare un buon mix, ad esempio in soundtrap.

Promemoria

 

Buon lavoro!

 

 

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