1. La musica nei secoli: il Medioevo

Il Medioevo viene abitualmente diviso in due grandi periodi: l’Alto Medioevo (il profondo Medioevo) che va all’incirca dal 600 (in musica) al 1000 d.C., e il basso Medioevo, all’incirca intorno all’anno 1000 fino al 1400 d.C.

L’Alto Medioevo (in particolare il 600-800) fu un periodo oggettivamente abbastanza cupo della storia europea, l’istruzione, la cultura e la tecnologia della civiltà greco-romana erano andate sostanzialmente perdute e la popolazione media viveva in condizioni estremamente primitive.

L’istituzione della servitù della gleba legava i contadini alla terra dalla nascita alla morte. L’Europa era periodicamente devastata dagli invasori e le comunicazioni e il commercio si fermarono quasi del tutto.

La Chiesa cattolica romana era tutto ciò che si opponeva alla barbarie fungendo da patrono dell’arte e dell’istruzione, della civiltà e dell’alfabetizzazione. Il ruolo della musica nella Chiesa medievale era così quello di creare un clima di pace favorevole alla preghiera e abbellire la liturgia.

La musica sacra comprendeva il canto piano, un canto disadorno e monofonico che spesso viene indicato un po’ superficialmente come canto gregoriano. Il nome “canto gregoriano” deriva dalla associazione con la codificazione della liturgia durante il regno di papa Gregorio I (540-604 circa) che stabilì i canti fondamentali e riformò la Schola Cantorum. Secondo la leggenda, papa Gregorio aveva creato un Antifonario che raccoglieva e ordinava i canti sacri, in uso nelle varie chiese, che gli fu sussurrato all’orecchio da una colomba (lo Spirito Santo).

Spesso l’utilizzo di Canto gregoriano è improprio, perché gran parte di questa musica è stata creata molto tempo dopo la vita di papa Gregorio.

L’Ave Maris Stella, Ti saluto stella del mare, ad esempio, fu creata durante l’VIII secolo ed è un inno di lode alla Vergine Maria.

 

Ave maris stella
Dei mater alma
Atque semper virgo
Felix caeli porta.

Salve, Stella del Mare,
di Dio madre alma (che dà la vita)
vergine sempre feconda
porta del cielo.

Come ogni canto piano, ha una melodia semplice e ripetuta; tali inni venivano cantati regolarmente durante gli uffici (la quotidiana Liturgia delle Ore) ma non durante la Messa.

Perché questi inni sono così rilassanti e favoriscono la meditazione e la quiete spirituale?

Hanno una struttura monofonica ovvero hanno una sola melodia. Sono congiunti (con distanze di altezze vicine), fluidi e cantabili. Non esiste un battito regolare. Hanno un ritmo strettamente funzionale alle parole cantate. Un ritmo forte e costante, per quanto riguardava la Chiesa cattolica romana, ricordava la musica da ballo e quindi non era ritenuto consono alla liturgia ecclesiale.

Il canto piano è stato creato nel corso di centinaia di anni da migliaia di musicisti ed è l’unica musica sopravvissuta in forma scritta dell’alto Medioevo.

Il basso Medioevo vide il graduale ritorno della civiltà.  Gli sviluppi tecnologici come aratri trainati da cavalli, la rotazione delle colture e l’utilizzo di energia eolica e idrica per l’irrigazione, permisero di coltivare più cibo e di far crescere la popolazione.  Le città e le università rinacquero. Si svilupparono l’architettura romanica e gotica. Molti testi greci e arabi furono tradotti in volgare ed emerse una nuova letteratura vernacolare (ad esempio Boccaccio e Dante).

Gli anni tra il 900 e il 1000 videro piano piano lo sviluppo della polifonia e in particolare del contrappunto.

Il contrappunto è una struttura musicale in cui due o più melodie principali vengono eseguite e ascoltate contemporaneamente.

Per facilitare la composizione, la promulgazione e l’esecuzione di tali polifonie, fu pian piano sviluppato, perfezionato e infine standardizzato un sistema di notazione musicale universalmente compreso (vedi articolo su Guido D’Arezzo).

La composizione sostituì l’improvvisazione come modalità essenziale della creazione musicale. Seguirono naturalmente delle regole molto precise di procedure compositive, insieme all’affermarsi di specialisti della composizione.

L’ Organum è stata la prima polifonia composta e scritta. Esso presenta un canto piano ad una voce, mentre un’altra voce decora e abbellisce. L’organum più antico e più semplice risale al 900 d.C. circa ma il suo apice artistico è intorno al 1150-1300 in una scuola di compositori con sede a Notre Dame a Parigi e conosciuta come Ars Antiqua.

L’organum di questo periodo si chiama organum florido. La voce più bassa canta il canto piano in note lente e, sopra questa voce, una linea superiore più veloce e fiorita (duplum) abbellisce e decora il canto piano.

Leonin, Alleluia pascha nostrum (l’alleluia di Pasqua)

Il compositore dell’Ars Antiqua Leonin di Notre Dame (c. 1135-1201) sembra essere stato il primo compositore ad aver firmato il suo nome sulla sua musica.

Il pezzo di Leonin è pieno di melismi: una singola sillaba di testo cantata su più altezze variabili.

Questo è ciò che lo rende florido, ovvero fiorito. Il pezzo poi ha un organo: la proibizione della Chiesa cattolica romana contro gli strumenti musicali era stata notevolmente attenuata nel basso medioevo.

Il XIV secolo fu un periodo di enormi cambiamenti e diversità. L’autorità assoluta della Chiesa Cattolica Romana e, con essa, il periodo della Teocrazia giunsero al termine.

La corte papale abbandonò Roma e risiedette ad Avignone tra il 1305 e il 1378. Con il Grande Scisma (1378-1417), vi furono dapprima due, poi tre simultanei pretendenti al papato. Il Grande Scisma, insieme alla crescente preoccupazione per il clero corrotto, così come le devastazioni della Peste Nera (1347-1350) e della Guerra dei Cent’anni (1338-1453), generarono una grande crisi di fede.

Potenti governanti secolari mettevano sempre più in discussione le prerogative politiche della Chiesa cattolica romana. Una risposta alla crisi della fede fu l’ascesa delle idee, della letteratura e dell’arti secolari. Fu scritta nuova letteratura vernacolare, in gran parte satirica, su questioni di chiesa e fede. Gli umanisti promossero la rinascita della cultura classica latina e greca.

La tecnica compositiva più rappresentativa della nuova musica del XIV secolo – l’Ars Nova – fu l’isoritmia (stesso ritmo per sezioni; ogni ripetizione è chiamata talea).

La musica dell’Ars Nova (che designa sia lo stile musicale che i suoi compositori) raggiunse un livello di complessità strutturale notevolissimo che non ebbe eguali fino al XX secolo.

Attraverso l’isoritmia, i compositori del XIV secolo manipolavano il ritmo (talea) e gli intervalli melodici di questi ritmi (“colore”) per creare diversità musicale.

Quant en moy – De Machaut

Guillaume De Machaut (c. 1300-1377) fu sicuramente il compositore più rappresentativo dell’Ars Nova.

Quant en moy rappresenta sicuramente il suo tempo e consiste in due diverse poesie d’amore cantate simultaneamente (soprano e tenore). L’accompagnamento strumentale è costituito da un canto piano che tiene insieme il tutto.

All’interno si possono sentire Hoquetus (ganci), sviluppati già nella scuola di Notre Dame, ritmi con delle pause che danno un effetto “a singhiozzo” e servono per consentire l’articolazione della struttura poetica.

La musica polifonica contrappuntistica complessa di Machaut e dei suoi contemporanei rispecchia un’epoca frammentata e angosciata in cui i compositori cercavano di creare ordine in un mondo che sembrava sempre più disordinato.

È con l’Arts Nova che la musica occidentale si discosta veramente dalla visione cerimoniale e rituale della musica della chiesa medievale, tornando ad essere un’arte più umanistica.


Caratteri della musica nell’alto medioevo

In queste musiche si esprime una profonda spiritualità: il bisogno di distaccarsi dalla materia e dagli interessi quotidiani, per elevarsi alla contemplazione di Dio: la vita che viviamo sulla terra non ha un valore in sé, è solo il banco di prova per meritarsi l’esistenza vera: quella dell’Aldilà.

Da questa musica è bandito tutto ciò che può distrarre il fedele dalla contemplazione e richiamarlo alla materia:

A. Melodia: si muove a brevi passi, a piccoli intervalli, con un senso di grande tranquillità: sono rari gli intervalli ampi, i salti improvvisi della voce verso l’acuto o verso il basso.

B. Ritmo: non è scandito e pulsante, come quello delle canzoni per esempio, è libero e fluente secondo l’andamento delle parole. Non c’è fretta e non c’è ansia: il tempo è come dilatato e sospeso.

C. Dinamica (intensità): la voce mantiene un livello medio d’intensità: non si canta né troppo piano né troppo forte.

D. Timbro: il canto non è accompagnato da strumenti musicali, troppo legati alle usanze profane; gli strumenti erano mal tollerati dalla chiesa persino per i canti del popolo.

Caratteri della musica nel XII e XII secolo (ars antiqua)

Il senso di maggiore concretezza, di adesione e amore per la realtà quotidiana in cui l’uomo vive, risalta da alcuni caratteri di questa musica, così diversa da quella dell’Alto Medioevo:

A. Melodia: si svolge con una varietà di giri e di formule, conquistando uno spazio sempre maggiore verso i suoni acuti e verso i suoni gravi.

B. Ritmo: si fa pulsante, proprio a somiglianza di quanto avviene naturalmente nei canti legati alle quotidiane attività del popolo, lavoro e danza soprattutto; ogni composizione polifonica si basa sulla ripetizione di date cellule ritmiche in tempo composto (si chiamano modi ritmici).

C.. Polifonia: nella musica colta il canto a più voci si afferma risolutamente, e dominerà il futuro di tutta la musica occidentale.

D. Timbro: sempre più si diffonde l’uso degli strumenti musicali, che anche nel canto in chiesa si uniscono alle voci per dare maggiore magnificenza all’espressione.

Caratteri della musica nel XIV secolo (ars nova)

A. Ritmo: è caratterizzato da un estremo nervosismo: le frasi sono formate da cellule continuamente variate, dove compaiono sincopi terzine, gruppi liberi sopra vocalizzi; la velocità a volte è modificata, con l’impiego di ritardandi e di rubati.

B. Timbro: gli strumenti partecipano assiduamente all’esecuzione, secondo libere scelte lasciate agli esecutori. Certi canti sono così complessi che probabilmente sono nati pensando alle possibilità degli strumenti più che delle voci.

C. Forma: è particolarmente studiata. Dietro l’apparente indipendenza delle frasi e dei motivi si affermano criteri di ordine. Uno di questi criteri è l’isoritmia: le successive parti di cui una composizione è fatta diversamente melodicamente, ma si svolge sopra il medesimo ritmo. Un altro criterio è l’imitazione fra le voci: ossia una voce riprende a distanza uno spunto melodico dall’altra voce.

Autori e opere principali

Giovanni da Cascia (Firenze XIV sec.) cacce, madrigali, ballate

Ghirardello (Firenze XIV sec.) cacce, madrigali, ballate

Lorenzo (Firenze XIV sec.) cacce. madrigali, ballate

Jacopo da Bologna (Bologna XIV sec.) madrigali

Filippo di Vitry (Francia 1291-1361) mottetti

Guglielmo di Machaut (Francia 1300 ca 1377) mottetti, ballate, Messa di Notre-Dame

Francesco Landino (Firenze 1335- 1397) cacce, madrigali, ballate

Johannes Ciconia (Fiandre 1340- 1411) mottetti, ballate

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