L’ars nova, musica profana (trovatori, trovieri, minnesanger) e strumenti musicali della fine del medioevo

6. IL TRECENTO: L’ARS NOVA

La società medioevale fino al XII secolo era stata influenzata dalla religione. Anche la musica era quindi stata destinata ai riti sacri e alle celebrazioni religiose.  A partire dai primi dai primi decenni del XIV secolo la situazione cambiò e inizio la laicizzazione con la conseguente separazione tra Chiesa e Stato, tra religione e scienza. Come le altre arti (si pensi ad esempio a Giotto o al Decameron di Boccaccio di ispirazione laica) anche la musica cambiò prospettiva: si ebbe un notevole aumento della produzione di musica profana rispetto a quella religiosa. Questo fu favorito dal trasferimento della Curia papale da Roma ad Avignone e dalla poca credibilità che iniziava ad avere la Chiesa.

-L’Ars Nova francese

Per quanto riguarda la notazione le novità furono: la pari dignità della divisione imperfetta (binaria) dei valori rispetto a quella perfetta (ternaria) e l’introduzione di 2 nuovi valori: la minima e la semiminima. Le opere furono principalmente di ispirazione e destinazione profana.

La forma più importante fu il mottetto, molto spesso elaborato secondo gli artifici del contrappunto. I mottetti dell’Ars Nova francese a 3 o 4 voci (triplum, motetus, tenor, contratenor). Molti mottetti erano isoritmici, cioè costruiti combinando una melodia di origine gregoriana (color) impiegata come cantus firmus, con uno schema ritmico di più note e pause che era ripetuto più volte durante lo svolgimento della melodia.

Guillaume de Machaut fu il più importante compositore del XIV secolo, altri furonoPhilippe de Vitry (poeta assai apprezzato e lodato anche dal Petrarca), Jean Vaillant, Pierre des Molins, Solage, Philippus de Caserta.

-L’Ars Nova italiana

La tecnica della polifonia e del contrappunto si sviluppò anche in Italia, anche se molto più semplice rispetto a quella francese. Verso la fine di questo secolo, però, la cultura musicale dell’Italia settentrionale sembra in qualche modo influenzata dal quella francese come emerge dal trattato di notazione mensurale Pomerium in arte musicae mensuratae (1321-1326) dello studioso padovano Marchetto.

L’Italia in cui nacque e crebbe l’Ars Nova fu quella trecentesca della nuova cultura volgare, la cultura cioè che aveva dato evidenti segnali con la poesia del Dolce stil novo e con la pittura di Giotto. Per quanto riguarda la letteratura la fonte primaria è sicuramente il Decameron di Boccaccio: la storia di dieci ragazzi e ragazze che si erano rifugiati in una villa fuori Firenze per scappare alla peste e che si raccontavano novelle e concludevano le loro giornate mettendosi a “cantare e suonare e carolare” (danzare). In questo periodo nacque anche la così detta “poesia per musica” che comprendeva madrigali, cacce e ballate. Il maggiore poeta per musica fu Franco Sacchetti (1332-1400).

Madrigali: La struttura poetica dei madrigali, in gran voga nel primo periodo dell’Ars nova, era la seguente: 2 o 3 terzine di endecasillabi a 2 o 3 voci. La musica delle terzine era uguale mentre variava nel ritornello.

Caccia: E’ un canone a 2 voci all’unisono. I testi affrontano argomenti quali la caccia, la pesca, il mercato e il gioco.

Ballata: La ballata rappresentò la forma più evoluta dell’Ars nova italiana e predominò la scena musicale dalla metà del XIV secolo: 2 o 3 voci con struttura rime alternate e identiche.

Tra i compositori dell’Ars nova italiana ricordiamo Francesco Landino, Bartolino da Padova, Matteo da Perugia, Zaccaria e Giovanni da Genova.

-Trovatori, trovieri e Minnesanger

Con il graduale abbandono del latino e del volgare e con il crescente utilizzo delle nuove lingue europee, dal XI secolo nacque anche la lirica dei trovatori (lingua d’oc – Francia meriodionale), dei trovieri (lingua d’oil – Francia settentrionale) e dei Minnesanger (lingua medio-alto-tedesca). L’argomento principale di queste poesie era l’amore inteso come l’elevazione, distinzione e raffinatezza. La musica procedeva insieme ai versi, sottolineandone la struttura. Oggi sono conservate molte di queste composizioni in manoscritti chiamati canzonieri (chansonniers).  I primi canzonieri risalgono al XIII secolo. I canti che i trovatori e i trovieri componevano erano in genere accompagnati dalla viella o dall’arpa. Dato che i canti dei secoli XI-XIII sono stati scritti in notazione gregoriana, la quale indica l’esatta altezza dei suoni ma non la durata, l’interpretazione ritmica è sempre molto difficile. Numerosi musicologi hanno affrontato questo problema senza giungere a conclusioni convincenti.

-La musica strumentale e gli strumenti nel medioevo

Durante il XII secolo i riferimenti, le descrizioni e le raffigurazioni di strumenti musicali sono molte. Questo può sembrare strano dato che la maggior parte delle composizioni erano scritte per voci. Si è però scoperto che nella pratica quotidiana le composizioni venivano eseguite sia da cantori sia da strumentisti con raddoppi o sostituzioni. Questo spiega il fatto che, prima del XVI secolo, i manoscritti contenenti composizioni strumentali erano davvero pochi perché l’autore componeva il suo brano per voci ma era cosciente del fatto che lo stesso brano sarebbe stato eseguito anche da strumentisti.

Lo strumento più importane del medioevo fu l’organo. Nei secoli XII-XV sono stati raffigurati due diversi organi: il portativo e il positivo. Tra i cordofoni ricordiamo lo scacchiere (o echiquier) a corde percosse e il salterio a corde pizzicate. Tra gli strumenti ad arco ricordiamo: la crotta (o rotta, il più antico), la viella (il più diffuso), la ribeca e la giga. Tra gli strumenti a fiato si citano: la tromba, il trombone, il cornetto in legno i flauti diritti e traversi. Erano anche usati l’arpa e vari strumenti a percussione.

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